Benvenuti in Nòah

La Comunità educativa per minori è una struttura residenziale a carattere comunitario, che accoglie minori con situazioni di disagio Dipendenti e\o familiare pregiudizievoli per la loro serena crescita psicofisica e la loro realizzazione.

La Comunità ha come finalità primaria quella di accogliere il minore, impostando uno specifico lavoro affinché possa sentirsi accettato, ascoltato e compreso. Attraverso un progetto educativo, individuale e personalizzato, si propone di raggiungere gli obiettivi che sono stati nel frattempo indicati e programmati insieme col servizio sociale referente.

La Comunità "Nòah” ha come obiettivo primario il benessere psicofisico dei ragazzi che vi alloggiano. Gli operatori lavorano, in accordo con i servizi competenti, per favorire quando possibile, il rientro del minore presso la famiglia d'origine. Qualora ciò non fosse possibile, gli educatori si occupano di accompagnare e sostenere il minore in un diverso percorso progettuale.

La costruzione di una relazione educativa equilibrata, in cui il minore possa sentirsi accettato e compreso dagli adulti di riferimento, ma anche contenuto nelle sue ansie e sofferenze, passa attraverso tutti gli aspetti della vita quotidiana. L'équipe educativa si muove in particolare nei seguenti ambiti: il gioco, le attività manuali, il dialogo e l'ascolto, il rispetto dei ritmi della giornata e delle regole comunitarie, il “contenimento fisico” e verbale, il confronto e l'accettazione dell'altro, il supporto scolastico, la responsabilizzazione e la costruzione di rapporti con figure adulte di riferimento positive. Ubicata esclusivamente in edificio con i requisiti previsti dalla vigente normativa, la struttura è dotata di tutti i servizi. Essa è costruita in un contesto edilizio urbano ed in zona servita dai mezzi di trasporto, in luogo, non ostacolato dalla partecipazione degli utenti alla vita sociale.

La Comunità è strutturata in modo da rispettare gli spazi individuali dei ragazzi; è dotata di cucina, ampia sala mensa, doppi servizi, sala multifunzionale, camerette e postazione internet con spazi interni e spazi esterni, sia per le attività di socializzazione che per attività ricreative.

La struttura ospita minori in situazioni di disagio socio-familiare e ambientale, allontanati dalla famiglia con decreto del Tribunale dei Minorenni, per intervento dei Servizi Sociali o dall’ASL e consente di accogliere fino a 6 minori, anche con modalità di pronto intervento ed esprime una progettualità che individua come vocazione prevalente l’accoglienza di minori dagli 04 ai 13 anni, omogenei per sesso ed etnie.

L'intervento nei confronti di ogni minore viene integrato con tutte le opportunità educative offerte dal territorio, con la possibilità di vivere in un ambiente educativo con la piena integrazione, in una dimensione di collaborazione rispetto alla città e permette facili collegamenti con scuole, centri sportivi, associazioni giovanili, parrocchiali e di volontariato.

La struttura è operativa per 365 giorni all'anno, 24 ore su 24 ed è facilmente raggiungibile alla partecipazione delle visite degli ospiti esterni (genitori, familiari, volontari, ecc.). All’interno della struttura i bambini sono tutelati e protetti da tutte quelle forme e contatti che potrebbero alterare il cammino intrapreso, destabilizzarne le emozioni e creare un ambiente di crisi; è previsto, quando possibile, un intervento che coinvolga anche la famiglia d’origine e un supporto terapeutico individualizzato per i bambini per i quali se ne evidenzi la necessità, secondo modalità definite con i referenti del Servizio Sociale.

La modalità di presa in carico di un minore contempla l’elaborazione di un progetto in cui vengono coinvolti gli operatori delle Comunità, i Servizi Sociali del territorio, e in alcuni casi il Tribunale dei Minorenni e altri servizi specialistici. In particolare, la presa in carico prevede la presentazione del caso da parte dei Servizi Sociali proponenti; questi forniscono all’équipe formativa alcuni dati, quali: notizie circa la storia della famiglia; la situazione giuridica; il profilo psicologico; la situazione sanitaria; le difficoltà e la personalità del minore; le motivazioni dell’allontanamento.

Venuta a conoscenza di questi dati l’équipe valuterà la possibilità dell’inserimento nel gruppo già formato, affinché sia salvaguardata, nel limite del possibile, l’omogeneità della tipologia, condizione indispensabile per un buon clima educativo; nel momento dell’inserimento l’équipe, in collaborazione con il Servizio Sociale, si preoccuperà di rendere tale delicato momento il più sereno e accogliente possibile in modo da tutelare la salute psicologica del minore.

L’ammissione in Comunità di un ospite, qualunque siano le motivazioni relative all’allontanamento da casa, è un momento molto delicato. L’utente viene a contatto con una realtà sconosciuta che lo intimorisce e gli crea un grande stato d’ansia. È importante in questi momenti creare un clima d’accoglienza e accettazione della sofferenza. Nei casi in cui sia possibile, ci si rende disponibili a far conoscere all’ospite, prima del suo effettivo inserimento, la struttura della Comunità e le persone che vi abitano. In questo modo gli verrà permesso di creare una certa familiarità con la realtà nuova in cui sarà introdotto e di rendere meno traumatico il momento del vero e proprio inserimento; in questo ambito gli educatori diventano per l’ospite delle nuove figure di riferimento che cercheranno di supportarlo nei momenti di difficoltà.

Nel periodo di permanenza in Comunità l’utente dovrà essere coinvolto, informato e responsabilizzato riguardo al progetto educativo che è stato pensato per lui, nella misura in cui la sua situazione psico-intellettiva e la sua situazione giuridica lo permettano. È importante inoltre che il lavoro con le altre agenzie quali scuola, ASL, ecc. venga concordato dall’équipe degli educatori e dal Servizio Sociale d’appartenenza in modo che si seguano linee educative comuni per il futuro bene dell’ospite.

È da questi concetti che parte il nostro intervento educativo, perché siamo convinti che il bambino per poter crescere bene non necessità solo di nutrirsi, dormire ed essere curato nell’igiene Dipendenti, ma ha bisogno, essenzialmente di essere amato.

La Comunità “Nòah” è l'esempio dell'intervento educativo specifico che mira al recupero e al reinserimento sociale del bambino, offrendogli solidarietà e protezione al fine di potenziare le proprie risorse affettive e relazionali, attraverso un processo di consapevolezza del proprio vissuto, reso possibile, da un ambiente favorevole che lo aiuta a rispecchiarsi, a capire ed accettare il suo passato e a trarre spunti per la ricostruzione di ponti di rispetto e di amicizia.

Nella Comunità “Nòah”, la vita si organizza attorno ad un ambiente quotidiano, armonico e accogliente nel quale viene valorizzato l’aspetto strutturante delle routine quotidiane e delle regole, al fine di sostenere processi di cambiamento in quel bambino al quale è necessario offrire un’alternativa stabile e sicura ad un’infanzia repressa e derubata.

Un’azione educativa attraverso regole, non come espressione di un potere normativo degli educatori, ma come forma di comportamenti idonei a risolvere problemi quotidiani, specialmente quando si realizzano nella condivisione di attività affettivamente ed emotivamente coinvolgenti; regole che vanno a costruire un archivio di conoscenze sociali a cui il bambino, nella sua evoluzione e scoperta del mondo, può attingere e riferirsi.

La Comunità intesa quale senso terapeutico, come occasione favorevole per crescere serenamente ed essere aiutato a ripensare in modo diverso alla propria difficile storia. Tanto è vero, che tutti i momenti della giornata hanno rilevanza terapeutica; momenti in cui si gioca, si mangia, si studia, momenti di riposo e momenti che aiutano il bambino a ricostruire e, spesso ad incominciare a costruire per la prima volta, una nuova identità Dipendenti.

Fondamentali in quest’ottica sono le relazioni affettive autentiche che si instaurano fra bambini ed educatori che condividono con loro la quotidianità, come punto chiave per il recupero di risorse e la nascita di nuove prospettive. Dunque, un’azione educativa che fa leva sull’importanza dei rapporti educativi interpersonali che si caratterizzano come dinamiche coinvolgenti e amorevoli, contraddistinte dall’accoglienza incondizionata; dalla condivisione di gioie, dolori e capacità di tradurre in segni l’amore educativo.

La qualità della relazione, quindi, al centro del programma e il bambino è al centro della relazione. Un progetto educativo forte e determinante che tiene conto dell’individualità e dei bisogni personali, svolto da educatori fortemente motivati, capaci di essere riferimenti autorevoli e facilitatori di scambi psico-sociali i quali testimoniano, in maniera tempestiva, la possibilità reale di prendersi cura del bisogno, anche quando questo è nuovo, sconosciuto e problematico.

Al momento dell’uscita dell’utente dalla Comunità, le dimissioni dovranno essere rispettose dei tempi dello stesso e dovranno essere preparate adeguatamente. La struttura, in collaborazione con i Servizi Sociali, cercherà di essere d’aiuto e supporto al superamento delle problematiche dell’ospite all’interno del nucleo familiare d’origine. In casi differenti gli educatori saranno attenti nell’aiutarlo all’accettazione di altre soluzioni, in modo che queste possano essere vissute non come imposizioni esterne. Saranno strutturati momenti comunitari e individuali, per lasciare l’opportunità al bambino di esprimere i propri sentimenti, emozioni, le sue opinioni e proposte; lo scopo è di aiutarlo a gestire una situazione nuova e delicata che vede la Continuità tra separazione e accoglienza, sia essa nella famiglia d’origine, che affidataria o adottiva, in modo graduale e protettivo, rafforzando un’immagine forte e continuativa dei legami instaurati, anche con azioni di supporto e di chiarimento circa la nuova realtà che andrà a vivere.

È importante, in questa fase, aiutare i bambini ancora ospiti in Comunità ad elaborare l’evento in modo da non consentire una sovra-strutturazione di un’immagine negativa del sé, come persone non degne di una risoluzione positiva del proprio disagio, a i quali l’equipe educativa, offrirà momenti comunitari e/o individuali di supporto e chiarimento a fronte di una destabilizzazione certa, causa di un senso di invidia che li avvolgerà.

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